Stando al Rapporto Mutui 2021 dell’OMI (Agenzia delle Entrate), nel 2020 le unità immobiliari oggetto di garanzia ipotecaria per i mutui sono state pari a 808.568 unità, con una diminuzione del 12,5% rispetto all’anno precedente. In deciso calo (-13,1%) anche il valore monetario dei finanziamenti, pari a oltre 78 milioni di euro. Un chiaro segno di quanto la crisi pandemica abbia inciso sulle attività del settore, costituendo una base di favorevole rimbalzo per il 2021.
Osservando la distribuzione degli immobili ipotecati, emerge come il 63% sia in atti residenziali. La quota sale tuttavia all’87% nel caso in cui si tenga conto anche degli atti residenziali di tipo plurimo e residenziale misto. In questa ipotesi, il capitale finanziato tocca quasi due terzi del totale, per circa 50 miliardi di euro, in flessione del 15,3% rispetto al 2019.
Per quanto concerne gli atti di mutuo ipotecario con unità non residenziali, alla tipologia misto è attribuita una quota del 3,1% del totale in termini di unità immobiliari, a quella dei terreni il 3,5%, al settore produttivo poco meno dell’1%. Se si ragiona invece in termini di capitale finanziato, il settore produttivo porta in dote circa 5 miliardi di euro, pari al 6,4% del totale del debito.
L’analisi degli immobili ipotecati per aree geografiche riporta come il 60% degli immobili ipotecati sia riconducibile al Nord, con quasi 485 mila unità. In termini di capitale finanziato, la quota è del 57,4%, per poco meno di 45 miliardi di euro.
Le attività nel Centro hanno portato in dote circa 167 mila unità immobiliari ipotecate (20,6%) e un capitale finanziato pari a 16,5 miliardi di euro (21,1%). Infine, il Sud, dove gli immobili ipotecati sono stati poco meno di 150mila unità, per un capitale finanziato di 13,1 miliardi di euro.
Il report sottolinea infine come il 23,2% del capitale finanziato nel 2020 (oltre 18 miliardi di euro) abbia origine da atti in cui le unità immobiliari concesse a garanzia del credito sono ubicate nelle otto maggiori città per popolazione (Roma, Milano, Torino, Genova, Firenze, Palermo, Napoli, Bologna), quasi il doppio – in proporzione – rispetto alla corrispondente quota di immobili ipotecati, l’11,9% sul totale nazionale.
Ancora più nel dettaglio, il 18% del capitale nazionale viene associato agli immobili che sono ubicati a Milano (9,5%) e a Roma (8,2%), con quote ben comparabili a quelle del 2019. Per l’insieme delle principali città italiane, peraltro, si osserva un decremento sia in termini di immobili che di capitale (rispettivamente pari a -10,8% e – 7,4%), ma in entrambi i casi i passi indietro su base annua sono più contenuti rispetto a quanto non avvenga nel resto del Paese. Nel 2019 la variazione aveva sempre avuto un segno negativo, pur in misura più contenuta per il numero di immobili (-0,8%), mentre era più elevata per il capitale (-17,1%).