Come effettuare il cambio di destinazione d’uso


Sergio Martino - abuso dicembreUna delle cose più importanti da considerare quando si acquista un immobile è la sua destinazione d’uso: d’altronde, se nell’immobile si intende svolgere attività commerciali o produttive, non ci si vorrà certo trovare alle prese con un bene residenziale.

Tuttavia, in buona parte dei casi è possibile modificare la destinazione d’uso di un immobile, allineandola così con la concreta funzionalità del bene. Ma come si procede? Quali sono le circostanze in cui ciò non è possibile?

Diversi tipi di cambi di destinazione d’uso

Per comprendere come funzionano i cambi di destinazione d’uso, è importante distinguere tra quelli rilevanti e quelli non rilevanti.

Nel primo caso, si verifica un passaggio da una categoria all’altra, mentre nel secondo caso la modifica avviene all’interno della stessa categoria. In entrambe le ipotesi, tuttavia, ci può essere un impatto significativo sulla proprietà e sul suo valore. È dunque essenziale valutare attentamente ogni cambiamento di destinazione d’uso per garantire che sia fatto in modo efficace e vantaggioso per tutti gli interessati.

Ciò premesso, nel caso in cui si voglia cambiare la destinazione d’uso di un bene immobile, il proprietario dovrà richiedere un Permesso di costruire al Comune sul cui territorio è situato l’immobile: in altri termini, si dovrà procedere come se si stesse effettuando una ristrutturazione edilizia.

Se invece non ci sono cambiamenti significativi nella destinazione d’uso, è possibile utilizzare una procedura semplificata presentando una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA).

Ad ogni modo, considerata la varietà di ipotesi, è sempre meglio rivolgersi all’Ufficio tecnico comunale e verificare i regolamenti in vigore, che possono infatti variare notevolmente da una località all’altra.

In quali casi non è permesso cambiare la destinazione d’uso di un’area?

In buona parte dei casi è possibile cambiare la destinazione d’uso di un immobile presentando una semplice comunicazione di inizio attività o richiedendo un permesso di costruire. Tuttavia, ci sono alcune situazioni in cui il cambio di destinazione non è consentito.

In particolare, sarà fondamentale assicurarsi che le caratteristiche tecniche dell’immobile si adattino alla nuova funzione prevista e che il cambio di destinazione d’uso sia permesso dai regolamenti e dagli strumenti urbanistici del comune.

Ci sono dei costi associati al cambio di destinazione d’uso?

Il processo di cambiamento di destinazione d’uso ha dei costi che devono essere valutati caso per caso. Di solito possono includere:

  • pagamento dei professionisti che gestiscono la pratica
  • lavori di ristrutturazione necessari per cambiare la funzionalità dell’immobile
  • oneri di gestione amministrativa e di sviluppo urbano.

Infine, è altresì importante ricordarsi che in caso di cambio di destinazione d’uso di un immobile la sua categoria catastale potrebbe cambiare e, di conseguenza, le imposte ricorrenti da pagare.

 

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